L'Isola d'Elba pullula di spiagge, lidi, angoli sabbiosi bagnati dal mare, alcuni magari ancora sconosciuti all'uomo.
Ma quante spiagge possono vantare di aver accolto una personalità regale fra i loro ospiti prediletti? Almeno questo è il contenuto della leggenda che riguarda Spiaggia della Paolina, lido che si trova poco distante dal paesino di Procchio.
Questa piccola baia composta di ghiaia e sabbia grossa, di fronte alla quale si specchia nel mare azzurro un grande scoglio che i bagnanti raggiungono a nuoto, è custode di una bella storia che forse ha anche un fondo di verità.
La storia in questione narra che la sorella di Napoleone, Paolina Bonaparte, amasse prendere il sole proprio su questa piccola ed intima spiaggia, coperta dall'ombra di una pineta che si getta a strapiombo sul mare. La spiaggia ha preso il nome dallo scoglio già citato, che è appunto intitolato alla memoria della sorella del famoso condottiero francese. Una volta raggiunto l'isolotto, si gode di una splendida visuale su tutto il panorama di quel tratto dell'Isola d'Elba che va da Capo Enfola fino a Guardiola, l'estremità più orientale della spiaggia di Procchio.
La leggenda narra anche che la donna, data la bassezza del fondale, amasse raggiungere a nuoto proprio quello scoglio. Ovviamente, la veridicità di questa vicenda non è verificabile, ma neppure da escludere, dato che risulta storicamente che la donna abbia davvero soggiornato sull'Isola. Non manca però chi ritiene che questa storia sia stata inventata di sana pianta da un furbo imprenditore del luogo...
Per raggiungere la spiaggia partendo dalla strada bisogna percorrere una ripida scalinata costruita con dei gradini lignei, la quale conduce fino al complesso di alberi che porta alla spiaggia.
Spiaggia Paolina è un piccolo ritaglio di sabbia e sassolini, circa cento metri di lunghezza e cinque di larghezza, quasi tutta libera. Rimane esposta al sole solamente durante la mattinata, e il pomeriggio viene coperta dall'ombra.
È sempre un piacere bagnarsi nelle sue acque immaginando che, qualche centinaio di anni fa, anche una nobile come Paolina Bonaparte l'abbia fatto.